Mi chiamo S. R., ho 61 anni, sono laureato in Medicina e
Chirurgia presso La Sapienza di Roma nel 1985, specialista in Medicina Interna
e Allergologia e Immunologia Clinica.
Gran parte della mia carriera si è svolta in ambito ospedaliero a Milano
(Niguarda, San Raffaele, Sacco) e a Lugano.
Da circa 10 anni ho scelto l’attività libero-professionale e ho collaborato con
diversi Centri Medici del nord Italia.
Ho lavorato anche in Francia, Germania e negli USA. Fino all’estate scorsa,
circa 1 volta al mese visitavo anche ad Olbia.
Da giugno, vista la conversione in legge del DL44 sull’obbligo vaccinale per il
personale sanitario, avendone la possibilità, lavoro stabilmente a Lugano.
Domanda: "Perché rifiuta la vaccinazione?"
Anzitutto tengo a precisare che io, come d’altra parte qualsiasi medico, sono
assolutamente favorevole alla vaccinazione, pratica clinica che ha avuto
origine oltre 1000 anni fa in estremo oriente e che si è poi evoluta, fino a
costituire probabilmente lo step più importante della Storia della Medicina.
Se lei mi chiede invece perché rifiuto “questa” vaccinazione, le motivazioni
sono di diverso tipo.
Sotto un profilo clinico, è scritto su tutti i libri di testo universitari di
Microbiologia (compreso il Fauci!) e di Malattie Infettive che non si vaccina
mai nel corso di un’epidemia, per il rischio molto alto di creare mutazioni del
virus (le famose varianti) che, pur essendo sempre casuali, sono in realtà
iper-adattative e consentono al virus stesso di sopravvivere e replicarsi
nonostante il vaccino. Questo fenomeno si chiama vaccino-resistenza, anch’esso
ampiamente descritto nei trattati.
Inoltre, non ha senso vaccinare contro un virus estremamente mutevole come un
Coronavirus, a meno che non si abbia a disposizione un vaccino che venga via
via aggiornato in modo da essere sempre competitivo nei confronti
dell’evoluzione dell’agente infettivo: e invece noi abbiamo vaccini che sono
quasi due anni più “vecchi” rispetto al virus attuale, e questo spiega la
recrudescenza dell’infezione in Paesi con un’alta percentuale di vaccinazione,
come Regno Unito, Islanda, Israele. In un primo momento si è cercato di
giustificare questo fenomeno con l’inefficacia del vaccino, e mi riferisco
specificatamente a quanto è accaduto in Cile col cinese Sinovac, e quindi il
Cile si è dotato del Pfizer e Astra Zeneca. Risultato: terapie intensive quasi
sature e numero di morti superiore al periodo pre-vaccinazione. A San Francisco
hanno chiuso due ospedali perché il personale si era ammalato nonostante la
piena vaccinazione con Pfizer, in alcuni ospedali del Massachusetts idem, con
Moderna.
Un altro aspetto riguarda le fasi di sperimentazione. In generale, un farmaco
(ma anche un vaccino) deve essere sottoposto a varie fasi di studio:
1) la fase pre-clinica sugli animali, che serve sostanzialmente a stabilire
l’eventuale tossicità della molecola su un organismo vivente complesso e poi
alcuni parametri farmacocinetici: via di somministrazione preferenziale,
assorbimento, distribuzione, metabolismo ed eliminazione;
2) la fase 1, cioè quella sui volontari sani, che serve per accertare che i
risultati ottenuti sull’animale siano confermati nell’uomo;
3) la fase 2, quella sui volontari “malati”, che serve per verificare
l’efficacia terapeutica del farmaco, o preventiva del vaccino in soggetti
esposti al contagio;
4) la fase 3, quella più importante. Qui gli studi sono multicentrici, cioè
effettuati in diversi ospedali, e devono essere condotti in doppio cieco e
controllati con placebo. In questa fase è obbligatorio acquisire il consenso
informato, perché il paziente deve sapere che è sottoposto ad una
sperimentazione clinica, e quindi potrebbe ricevere il farmaco attivo oppure il
placebo, e né lui né il medico lo sa (ecco il significato di doppio cieco). La
fase 3 deve durare 3-5 anni (e guarda caso i vaccini anti SARSCoV-2 sono in
fase sperimentale fino al dicembre del 2023!);
5) la fase 4, o farmacovigilanza, quella cui vengono sottoposti i farmaci una
volta immessi in commercio. La farmacovigilanza (o sorveglianza) può essere
attiva o passiva: è attiva quando il medico visita periodicamente il paziente
che ha ricevuto il farmaco e riporta eventuali effetti avversi, è passiva
quando il paziente segnala al medico un evento avverso, il quale dovrebbe
segnalarlo alle autorità sanitarie che dovrebbero prenderne atto. Si calcola
che gli eventi avversi segnalati con sorveglianza attiva siano 100 volte
maggiori di quelli segnalati con sorveglianza passiva. Questi vaccini sono
sottoposti solo ed esclusivamente a sorveglianza passiva e, per esperienza
diretta, quasi nessuno degli eventi avversi segnalati dai pazienti viene
riportato! Infine, gli effetti a lungo termine: qui sta la criticità più
importante. Noi (e Pfizer, Moderna, Astra Zeneca) non sappiamo assolutamente
niente di quello che il vaccino potrebbe provocare tra 1, 2, 5 o 10 anni.
Infatti, perché uno studio clinico sia attendibile, due sono i criteri
fondamentali da rispettare: la numerosità del campione e la durata del tempo di
osservazione. Uno studio che coinvolga 50 milioni di persone per 1 mese ci può
dire solo che quel farmaco è sicuro in acuto, mentre uno studio su 1 persona
seguita per 20 anni, non ci dà alcuna informazione poiché tutto può essere
ricondotto a variabili individuali. Nel caso di questi vaccini la numerosità
non supera i 70 mila soggetti (di fronte a 2.5 miliardi di vaccinazioni
effettuate!), e il periodo di osservazione ad oggi non supera 1 anno. Ricordo
che farmaci usati per oltre 40 anni come antiulcera (ranitidina, cimetidina),
sono stati sospesi dal commercio in quanto nel 2018 si sono accorti che avevano
un componente potenzialmente cancerogeno! Vorrei aggiungere un po’ della mia
esperienza clinica: da sempre ho vaccinato le donne con la metà del dosaggio
consigliato per l’uomo, e questo perché le donne hanno un sistema immunitario
molto più efficiente, che purtroppo a volte tende ad esagerare provocando le
malattie autoimmuni. E somministrando mezza dose di vaccino ottenevo un titolo
anticorpale sovrapponibile a quello dei maschi. Con questi vaccini anti-Covid
(più che anti-SARSCoV2) stessa dose per tutti, non si fa alcuna distinzione di
età, peso corporeo, sesso, eppure basta aver studiato un po’ di immunologia!
Sotto un profilo extra-clinico, oltre al ridicolo furgoncino Algida che
trasportava il vaccino da Bruxelles a Roma, ciò che più mi indispone sono gli
obblighi alla vaccinazione per alcune categorie di lavoratori, Italia unico
Paese in Europa (e forse da settembre la Francia), in aperta violazione di una
decina di trattati internazionali, da Norimberga in poi, che vietano
drasticamente la sperimentazione medica coatta sull’essere umano, e di alcune
risoluzioni del Consiglio d’Europa, in particolare la 2361/2021. E l’obbligo
indiretto, col famoso green pass, di sottoporre a vaccinazione i ragazzi,
popolazione praticamente immune dal Covid è terrificante e va contro ogni
logica, buonsenso e deontologia medica, dove si deve sempre valutare il
rapporto rischio-beneficio. Infine, troppe liberatorie per le case
farmaceutiche, scudi penali per i vaccinatori e, soprattutto, una vera e
propria estorsione, o meglio doppia estorsione, da parte dello Stato nei
confronti di alcuni cittadini, quali ad esempio i sanitari: se non ti vaccini
perdi il lavoro (1° estorsione), ma per vaccinarti sei obbligato a firmare un
consenso informato (2° estorsione) che è per definizione e per diritto
internazionale è libero. Poi non sono nemmeno riusciti a scriverla bene, la
legge: “misure di prevenzione del contagio da SARSCoV2”, è riportato in
Gazzetta Ufficiale, quando nessuno dei vaccini disponibili ha questa
indicazione. In pratica, se uno prendesse alla lettera sia la legge che la
scheda tecnica dei vaccini, non è possibile ottemperare alla legge stessa.
Aberrante.
"Il recente decreto governativo prevede la sospensione dal lavoro e il
taglio dello stipendio per chi rifiuterà la profilassi. Cosa ha intenzione di
fare? Ritornerà nei ranghi? Farà causa?"
Subito dopo la conversione in legge del DL44 sull’obbligo vaccinale ai sanitari
sono tornato a Lugano e ho fatto presente alla direzione che a causa del mio
rifiuto alla vaccinazione probabilmente mi avrebbero sospeso dal mio ordine dei
medici. Hanno letto la legge, mi hanno quasi riso in faccia, pacca sulle
spalle, mi hanno rilasciato una licenza lavorativa di due anni (rinnovabile), e
posso esercitare senza problemi in tutto il territorio svizzero. E se mai il
mio ordine dei medici dovesse sanzionarmi o sospendermi per questo motivo (che
non implica nessuna violazione del codice deontologico), gli svizzeri sono
pronti a portare non solo il mio ordine dei medici ma tutta la FNOMCEO
(Federazione nazionale ordini dei medici chirurghi e odontoiatri) italiana, il
vero braccio armato di questa deriva sanitaria, di fronte ai tribunali
internazionali. E loro fanno in fretta e non scherzano, si sa, e non sono certo
lenti come la magistratura italiana.
Quando questo incubo sarà finito se ho voglia tornerò in Italia. Certo che tra
la Svizzera e la vostra Sardegna c’è un abisso come qualità della vita…
Da un punto di vista legale, insieme a molti altri medici, siamo rappresentati
da un pool di avvocati che ha inoltrato esposti e denunce presso diverse sedi a
livello nazionale ed internazionale.
"In quanti la pensano come lei?"
Siamo in molti, più di quanto si pensi, anche se mi duole notare che troppi
sanitari hanno ceduto. Le dirò che sono molto più determinati gli infermieri e
gli OSS!
"Prevede pericoli per chi si è vaccinato? Ci saranno, come sostiene
qualche no-vax, delle modifiche nel codice genetico?"
Sugli eventuali pericoli a lungo termine per i soggetti vaccinati non posso
esprimermi, perché come ho già detto il tempo non è sufficiente per fare
valutazioni obiettive. Certo è che se, faccio un’ipotesi, fra 5 anni, dovessimo
osservare un significativo incremento di malattie autoimmuni o di sterilità nei
soggetti vaccinati rispetto ai non vaccinati, allora il discorso cambierebbe…
Non penso che l’mRNA contenuto in Pfizer e Moderna sia in grado di modificare
il nostro DNA che ha dei dispositivi di protezione molto efficienti. E’ vero
anche che in Medicina molte cose che in passato erano considerate impossibili
sono diventate improbabili poi probabili poi possibili ed infine certe…
"Ritiene che i dati sulla pandemia per come ci sono stati raccontati
contengano delle inesattezze? Se non addirittura delle falsificazioni? Ad
esempio: non tutti i morti per Covid sono realmente deceduti per il
virus?"
La faccio breve, qui non si tratta di inesattezze ma di vere e proprie
falsificazioni, falsificazioni pianificate e coordinate su più livelli, non
ultimo quello mediatico. Falsificazioni che partono dai tamponi PCR (con
cicli di moltiplicazione che in Italia sono arrivati a 51 mentre il massimo
accettabile era 24, da cui il 60% di falsi positivi) per arrivare al famoso
quanto ridicolo indice Rt alle ospedalizzazioni ed alle morti: in pratica,
tutta la filiera del Covid. Molte morti avvenute negli hospice, dove vengono
ricoverati malati terminali, sono state attribuite al Covid, abbiamo circa 5
mila decessi in meno rispetto al 2019 per cancro polmonare in quanto sono stati
attribuiti al Covid e tantissimi altri esempi. Infine due esperienze personali:
una mia conoscente ha soccorso una signora anziana che mentre portava a spasso
il cagnolino ha avuto un arresto cardiaco, è stata portata in ospedale dove poi
è morta. Morta per Covid! Un collega marchigiano, insieme ad un amico, durante
una battuta di pesca subacquea ha avuto un malore ed è annegato. Lo hanno
ritrovato dopo due giorni, tampone positivo, morto per Covid, ovviamente. Se
non fosse drammatico sarebbe ridicolo.
"Lei nega il virus o, perlomeno, la sua pericolosità? E crede alla
“dittatura sanitaria”? E se sì ritiene che ci si debba ribellare?"
No, non nego affatto il virus, che è un semplice Coronavirus che nell’80% dei
casi ci causa il raffreddore, ma a volte si arrabbia e causa malattie gravi
come la SARS e la MERS, e non nego che il Covid (pur essendo in termini
assoluti molto meno letale di SARS e MERS) abbia fatto tante vittime. Se però
andiamo sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità (non proprio antigovernativo!),
vediamo che l’età media dei decessi per Covid è di 80 anni, e il 67% di questi
aveva 3 o più patologie croniche preesistenti. Ricordo che l’aspettativa di
vita media in Italia è di 81 anni…
Non so se il termine “dittatura sanitaria” sia appropriato, è certo che per
colpa del Covid o grazie al Covid è stata fortemente limitata la libertà delle
persone, sotto tutti i profili. Certamente il Covid è servito per far apparire
normali cose grottesche come i banchi a rotelle, le mascherine cinesi o le
primule per le vaccinazioni, oppure un generale pieno di medaglie che dice alla
milanese “ghe pensi mi” perche gli altri non sanno far niente, quando nella
Sanità pubblica ci sono dei manager estremamente più competenti ma
completamente emarginati.
Non penso che in Italia vi sia possibilità di ribellarsi, perché tutto
l’apparato politico-burocratico lo impedisce. E chi dovrebbe difendere i
diritti costituzionali del cittadino, dai tribunali, alle Forze dell’Ordine
(che, ricordo, hanno giurato fedeltà alla nazione e non a un governo, e hanno
l’obbligo di disattendere qualsiasi ordine vada contro gli interessi del popolo
italiano) fino al massimo garante della Costituzione non fanno assolutamente
niente. Pertanto spero in un intervento sovranazionale, europeo, che già si è
espresso ma che il Parlamento italiano vigliaccamente ignora. Per quello che mi
riguarda, l’ufficio legale dell’ospedale di Lugano è pronto a portare in
tribunale il mio ordine dei medici, senza perdere tempo. E il mio ordine dei
medici, nella persona di chi eventualmente firmerà qualsiasi provvedimento
disciplinare nei miei confronti, sa benissimo che verrà fatto a pezzi. E
l’efficienza e la determinazione svizzera mi rassicura più di qualsiasi
iniziativa italiana.
"Lei ha studiato e lavorato anche all’estero. Pensa che ci siano
differenze nella gestione dell’epidemia tra gli altri Paesi e il nostro?"
Senza dubbio ci sono grosse differenze. Anzitutto per quanto riguarda il
conteggio delle vittime: in Germania è molto inferiore al nostro perchè il Covid
per essere considerata causa di morte deve essere assolutamente determinante:
cioè un soggetto sano che si ammala di Covid e muore, è morto per Covid, e
anche un diabetico ben compensato che si ammala di Covid e muore, è morto per
Covid. In Italia hanno conteggiato tutti, indiscriminatamente, anche i malati
terminali per altre cause, ai quali sarebbe bastata una semplice indigestione
per morire. Mi ricordo di aver letto il caso di un giovane agente della Guardia
di Finanza, morto per Covid a 25 anni. Incuriosito, leggo a fondo l’articolo, e
scopro che il ragazzo era in coma irreversibile, attaccato ad un respiratore da
3 anni, in quanto fu accidentalmente colpito da un proiettile mentre puliva la
sua arma! E comunque, questa esagerazione italiana sui morti per Covid l’ha
ammessa involontariamente il presidente dell’ISTAT, con tanto di filmato
youtube.
"Cosa direbbe a chi vuole vaccinarsi ed è assolutamente certo
dell’importanza di questo gesto?"
Il compito del medico non è quello di convincere il paziente a fare o non fare
una determinata scelta, questo rientra nei suoi diritti. Diverso è se qualcuno
vuole essere informato, e allora io devo agire secondo scienza e coscienza,
senza condizionamenti di alcun tipo. Se una persona mi chiedesse informazioni
sui vaccini disponibili gli direi quello che ho sopra riportato: il vaccino non
previene la trasmissione (il fatto che si dica che i vaccinati hanno una carica
virale più bassa è una menzogna), quindi farlo per preservare gli altri non ha
senso; il vaccino previene forme gravi di malattia, e quindi ha senso farlo se
si è un soggetto a rischio, ma chiaramente a rischio, e in questo caso il
vaccino va considerato come la mascherina, cioè un Dispositivo di Protezione
Individuale (DPI). Purtroppo, come ci insegna Israele, finiscono in terapia
intensiva anche i vaccinati, e questo punto inizia a vacillare sempre più; se
potrebbe avere conseguenze a lungo termine, e io questo proprio non lo
so. Ma 35 anni di immunologia clinica mi insegnano che è meglio non scherzare col
sistema immunitario, in specie quando questo è sollecitato artificialmente
attraverso un mRNA e non un normale agente infettivo.
Inoltre informerei bene sulla possibilità delle terapie domiciliari precoci,
cosa che i medici hanno sempre fatto, con risultati eccellenti.
A questo proposito, ma questa è solo la mia esperienza, il Covid in pazienti non vaccinati risponde meglio alla polifarmacoterapia indicata dei pazienti col covid vaccinati.
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